giovedì 20 maggio 2010

Le Creature Cantano


Visitare l'Umbria è sempre un'esperienza: tante cose da vedere, tanta natura, tanta arte.

Terra antica, solcata dalle strade che furono di eremiti e pellegrini, ha saputo preservarsi dallo scorrere del tempo senza rimanere indietro, restituendoci oggi atmosfere che altrove sono andate perdute. Nel Medioevo questa zona era costellata di Comuni ricchi, tanti i centri di potere dell'epoca che oggi costituiscono una risorsa preziosa per il territorio e un'attrattiva per i turisti: Città di Castello, Gubbio, Narni, Norcia, Terni, Todi, Spoleto sono soltanto alcuni dei luoghi che vissero quel periodo di forte sviluppo culturale ed economico.

Il risultato di quel fermento portò alla nascita di artisti che hanno segnato profondamente la storia della cultura mondiale: basta fare il nome dei due principali esponenti della pittura umbra fra il XV e il XVI secolo, Perugino e Pinturicchio.

Ma prima di loro intere botteghe confluirono nelle città della zona, chiamate per abbellire i palazzi che vi sorgono. Testimonianze del potere e del fascino che la regione evocava negli Stati confinanti si possono ammirare nella Basilica superiore di Assisi, con gli affreschi di Cimabue e di Giotto, o in quella inferiore con i lavori di Simone Martini e Pietro Lorenzetti.

Nominare Assisi porta al secondo legame importante dell'Umbria, quello con le vie dello spirito sulle quali mossero i passi alcune delle figure più importanti della Chiesa Cattolica.

La più antica è quella di S.Benedetto da Norcia, compilatore della Regola che porta il suo nome e a cui si ispirano ancora oggi le comunità monastiche benedettine di tutto il mondo. A margine, va detto che il percordo di fede di Benedetto fu determinante anche per la cultura europea: grazie alle biblioteche dei monasteru benedettini è sopravvissuta alla fine della dominazione romana gran parte delle opere greche e latine che conosciamo, e senza le quali sarebbero state impensabili l'operazione di recupero che ci fu con l'Umanesimo e la nuova cultura rinascimentale. Non a caso Paolo VI volle proclamare San Benedetto patrono d'Europa. Molti secoli dopo camminò per le stesse vie Francesco di Assisi, che con il suo Ordine rivoluzionò la vita spirituale della Chiesa e del mondo, a partire proprio da queste terre. Il diffondersi del movimento francescano ebbe inoltre influenza anche in ambito letterario. Le tante biografie e gli scritti su San Francesco che circolarono già dalla sua morte servirono da spunto, ad esempio, a Dante Alighieri, che nel canto XI del Paradiso fa descrivere da San Tommaso le virtù del poverello di Assisi e il suo legame nuziale con la Povertà; senza contare che, nel vasto fenomeno della letteratura medievale di carattere religioso, sono umbre e francescano le due testimonianze più alte, vale a dire Il cantico delle creature di san Francesco, e le Laude di Iacopone da Todi.

L'opera di quest'ultimo è particolarmente importante, perchè Iacopone puntò a nobilitare il genere, applicando ai suoi componimenti, di carattere popolare e quindi in dialetto umbro, le strutture condificate della poesia volgare.

Terra, spirito e storia che si fanno arte e letteratura. In una sola parola, bellezza. Ce n'è abbastanza per essere d'accordo con il consiglio che Henry James diede in Schizzi transatlantici (1875) a chi volesse visitare Perugia e dintorni: "La sua prima cura sarà di non avere fretta, di camminare dapertutto molto lentamente e senza meta e di osservare tutto quello che i suoi occhi incontreranno".

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